IL DIAMANTE PATTERN
In questo articolo analizzeremo un pattern di analisi tecnica definito “Diamante”.
Il nome assegnato a questa particolare conformazione grafica deriva dalle quattro “sfaccettature” che la compongono e che ricordano proprio la forma di un Diamante.
La figura del Diamante rientra fra i pattern di inversione dell’analisi tecnica classica, di conseguenza possiamo trovarlo alla fine di un trend rialzista (Diamond top) o al termine di un trend ribassista (Diamond bottom). L’esperienza, e la lunga osservazione dei grafici, ci insegnano però che tale configurazione si può formare anche in movimenti correttivi pertanto può essere considerata a pieno titolo anche come figura di continuazione.
Questo pattern è abbastanza raro e si presenta come due triangoli consecutivi attaccati alla loro base: un triangolo espanso a sinistra e un triangolo simmetrico a destra, esattamente come mostrato nella figura che segue.
Quello mostrato in figura è un Diamond top dunque un Diamante di inversione ribassista. Naturalmente la figura rialzista è esattamente speculare.
Il Diamante Pattern è caratterizzato da una espansione di volatilità nella parte sinistra e iniziale della figura, durante la formazione di un primo triangolo aperto. Nella seconda parte, e sulla destra, troviamo invece un triangolo simmetrico a completare il Diamante mentre assistiamo ad una contrazione di volatilità.
Quando si forma il Diamante dopo un uptrend siamo in presenza di aree di distribuzione mentre, all’opposto, la formazione della figura dopo un downtrend è caratterizzata da un’area di accumulazione.
Considerate queste caratteristiche, la figura può essere più o meno elaborata e può avere diversi appoggi sui lati dei triangoli, ma per poterla identificare abbiamo bisogno di avere, come minimo, due punti di contatto sui lati superiori e due punti sui lati inferiori, sia nella parte sinistra che nella parte sinistra, esattamente come quando disegniamo una figura triangolare. Complessivamente, quindi, per identificare un Diamante Pattern avremo necessità di individuare sette punti di contatto, dal momento che il minimo centrale è comune alle due parti della figura (sinistra e destra). Quindi per essere ancora più chiari in un top diamond avremo quattro punti superiori e tre inferiori. Vale il viceversa per il diamond bottom.
Nei mercati reali, tuttavia, raramente troviamo diamanti così perfetti e dobbiamo allenare il nostro occhio svincolandoci dalle ferree regole imposte dai manuali di analisi tecnica. Ciò dal momento che, come subito vedremo, anche figure che non sono proprio da manuale danno luogo ad inversioni di tendenza di una certa importanza.
Vediamo allora alcuni grafici reali dove si è realizzato il pattern in questione.
Qui di seguito un grafico giornaliero del titolo Dish Network Corporation quotato sul mercato americano Nasdaq.
Il Diamante che abbiamo evidenziato si è verificato in una fase di correzione e ci sono voluti circa 2 mesi affinché la figura fosse completa. Come vediamo per la sua identificazione abbiamo intercettato almeno due massimi ascendenti e due minimi discendenti per disegnare i lati superiori, rispettivamente sinistro e destro. Abbiamo poi individuato due minimi discendenti sul lato inferiore di sinistra e due minimi ascendenti sul lato inferiore di destra.
Quello che segue invece è un grande Diamante di inversione che si è generato sul titolo farmaceutico americano Incyte Corporation, anche questo quotato al Nasdaq.
In figura notiamo come la fase di distribuzione che ha poi generato l’inversione è durata circa 7 mesi e una volta che la figura si è completata i prezzi sono letteralmente precipitati dopo la rottura del lato inferiore destro.
Ora che abbiamo definito il pattern vediamo come possiamo impostare la nostra operatività su questa particolarissima figura, determinando timing di entrata, stop loss e take profit.
Per fare questo ingrandiamo uno dei grafici mostrati sopra, in modo da vedere meglio la figura nel dettaglio. La regola generalmente applicata seguendo alla lettera i manuali di analisi tecnica prevede di entrare in posizione alla violazione del lato inferiore destro del pattern.
Chi, come me, ha già una certa esperienza operativa sa bene che entrando alla violazione di una qualunque trend line, sia essa dinamica che statica, si incorre molto spesso in falsi breakout. Ed è per questo motivo che scarterei questa modalità operativa e aprirei la posizione solo sulla rottura del minimo della candela che viola il lato inferiore e chiude al di sotto di tale livello dinamico. Certo, si potrà obiettare che neppure questo tipo di entrata potrà salvare dai falsi breakout, ma nella mia esperienza cercare un segnale di forza, come quello in esame, prima di aprire la posizione, spesso mette al riparo dalle false partenze.
Una simile entrata ci permetterà di posizionare lo stop loss al di sopra del pattern di inversione che ha violato il lato inferiore e non sul massimo relativo generato dalla figura, come vorrebbe il metodo classico, riduciamo in questo modo l’ampiezza dello stop loss. Ovviamente questo tipo di stop è molto più adatto a chi ha una operatività veloce o comunque a chi ad esempio, operando sui futures (e non sulle azioni) non può esporsi a stop troppo ampi per non compromettere il proprio risk management. Chi non ha problemi di questo tipo può tranquillamente lasciare lo stop sopra il massimo della figura.
Per dimensionare il take profit dobbiamo misurare la parte più ampia del Diamante Pattern, dalla cuspide superiore a quella inferiore, e proiettare questa ampiezza dal punto in cui i prezzi rompono al ribasso il lato inferiore. Nel caso specifico mostrato nell’immagine che segue, vediamo come i prezzi, una volta raggiunto il target naturale abbiano effettuato una pausa di riflessione prima di dare luogo al successivo crollo.
Buon trading
Agata Gimmillaro