Nel web, in varie analisi e articoli, sentiamo sempre parlare di indicatori e oscillatori e questi termini sono ormai entrati a far parte del bagaglio comune di chi si dedica al trading con l’ausilio dell’analisi tecnica.
Ma non tutti hanno ben chiara la differenza tra oscillatore e indicatore, il che spesso comporta che vengono utilizzati in modo errato e le conseguenze le conosciamo tutti: si perdono soldi.
Chiariamo subito che c’è una sostanziale differenza tra oscillatore e indicatore. Nella prima categoria, infatti, rientrano generalmente tutti quegli strumenti che “oscillano” tra due limiti predefiniti, normalmente fissati 0 e 100. Ad esempio lo Stocastico e l’RSI (relatice Strenght Index) che, spesso vengono impropriamente citati tra gli Indicatori in realtà fanno parte della categoria degli Oscillatori.
Questi ultimi, infatti, sono tutti quegli strumenti liberi di muoversi senza limiti prestabiliti e possono quindi assumere graficamente qualsiasi valore teoricamente compreso tra – infinito e + infinito.
Dunque, avendo ben chiara questa definizione, puoi senza dubbio classificare lo Stocastico e l’RSI tra gli oscillatori e così pure il M.A.C.D (Moving Average Convergence Divergence), mentre ad esempio il Momentum e il ROC (Rate of Change) sono veri e propri indicatori.
Come dicevamo la differenza è sostanziale e non soltanto terminologica e si riflette sull’impiego dell’una piuttosto che dell’altra categoria all’interno dei sistemi di trading.
La prima categoria, quella degli oscillatori, è molto più adatta a segnalare le c.d. zone di “ipercomprato” e “ipervenduto”, vale a dire zone estreme in cui il prezzo verosimilmente potrebbe invertire la tendenza (ma torneremo ovviamente su questo argomento, per niente scontato).
La seconda categoria, quella degli indicatori andrebbe meglio utilizzata per rilevare eventuali divergenze tra l’andamento del prezzo e, appunto, quello dell’indicatore che da esso è derivato. Anche in questo caso il risultato è quello di evidenziare zone in cui la velocità/accelerazione dei prezzi, nell’una direzione, al rialzo, o nell’altra, al ribasso, sta rallentando ed è quindi possibile assistere ad una inversione di tendenza, anche se a volte questa si rivela soltanto momentanea (dipende da quanto è forte il trend principale).
Ora che hai queste pur semplici nozioni, dovresti essere in grado di capire al volo se lo strumento che intendi utilizzare rientri nella prima o nella seconda categoria in modo da sapere come sfruttare al meglio le sue potenzialità.
Ma c’è un passaggio in più che ti consigliamo di fare.
Al di là dell’inquadramento nell’una o nell’altra categoria, riteniamo di estrema importanza che prima di utilizzare uno qualsiasi degli innumerevoli indicatori o oscillatori che ormai tutte le piattaforme di trading offrono ai propri utenti, tu comprenda appieno il loro criterio di costruzione e di funzionamento.
Quello a cui devi puntare sempre, come trader, è la piena consapevolezza degli strumenti che intendi utilizzare per la tua operatività.
Aiutarti in questo compito è una delle finalità qui su UniversiTrading, motivo in più per restare sintonizzato sul nostro gruppo perché siamo solo all’inizio.